martedì 13 ottobre 2009

L'arredamento modulare: Le Corbusier

Il livello di integrazione tra architettura e arredamento, ottenuto con gli armadi a muro, è in qualche caso molto elevato perché assorbe nelle nicchie, costituite dalle pareti, la maggior parte degli arredi.

Ne è un esempio la casa bifamiliare di Le Corbusier al quartiere Weissenhof di Stoccarda, del 1927.





I muri interni formano spalle, ortogonali alla facciata, di circa due metri, pari alla larghezza di un letto. La particolarità di questi divisori, che danno luogo ad armadi a muro anomali, non essendoci fondale in muratura tra i due fronti, è di avere un piano murario orizzontale cheforma due vani: l'inferiore, in cui si infila il letto durante il giorno, e il superiore, che è il contenitore vero e proprio apribile sui due lati. Ne risulta uno spazio libero e unitario durante il giorno, divisibile di notte in varie camere da letto che si ottengono con l'estrazione dei letti e l'uso di ante scorrevoli di chiusura.

L'idea di configurare come arredi fissi in muratura di laterizio o in cemento armato alcuni arredi tradizionalmente mobili è più volte ripresa, e anche chiaramente formulata da Le Corbusier :
"Disegno soffitto e pavimento di un piano: divido l'altezza, per esempio in quattro parti, per mezzo di tre lastre di cemento armato, dello spessore di qualche centimetro, e che vanno da un muro all'altro, oppure che si fermano a metà del vano. Posso murare delle tavelle sia su un lato che sull'altro delle mie lastre, a seconda delle necessità. Dei piccoli profliati a U, sistemati sul lato superiore ed inferiore di ogni lastra, allogeranno dei pannelli scorrevoli di lamiera di acciaio, di alluminio, di cristallo, di legno o di marmo. Ecco costruite delle magnifiche pareti-armadio, e anche qui potremmo sistemare gli scomparti interni di cui si è già detto". (LC, 1929)

La prima presentazione di mobili di Le Corbusier fu all'"Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes" a Parigi nel 1925, nel suo "Pavillon de l'Esprit Nouveau".

Le Corbusier presentò una casa da lui considerata come parte di una macchina da abitare: esternamente un cubo rigido con grandi superfici di vetro a forme geometriche ed una terrazza ricavata internamente alla figura stessa, all'interno un salone aperto con una galleria adibita a stanza da letto.

Il locale veniva suddiviso solo da contenitori modulari componibili, i "casiers standard" creati da Le Corbusier, collocati liberamente nella stanza. Sono contenitori componibili, intercambiabili, accostabili in altezza e lunghezza, adatti per arredare spazi domestici e di lavoro. Questi possono essere incorporati ai muri, appoggiati ad essi o servire da elementi divisori fra un ambiente e l'altro.


Invece di "mobili", parola che per il Maestro suonava come "qualcosa di vago e trascurato", Le Corbusier parlò di "équipement", cioè di equipaggiamento. Equipaggiamento significa sistemare, secondo le esigenze domestiche, i diversi elementi necessari, tramite una chiara analisi del loro compito. Gli armadi modulari sostituiscono gli innumerevoli mobili: gli armadi per i vestiti, per tutti i tipi di biancheria, per le stoviglie, per i bicchieri, per gli oggetti d'arte e per i libri. Non sono più in legno ma in metallo, e vengono realizzati nelle fabbriche che finora hanno prodotto solo mobili d'ufficio. Essi costituiscono l'intero équipement di una casa e lasciano il massimo spazio libero nelle stanza.

Le nuove costruzioni in acciaio e cemento armato, svincolate dalle ingombranti murature portanti, possono accogliere i nuovi casiers standard come gli unici elementi divisori a conformare lo spazio di ogni ambiente.

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